giovedì 10 gennaio 2013

Legàmi

Tragedia in due, tre battute, di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book


http://www.whatthegregg.com/
PROTAGONISTI
LUI che legge libri di carta
LEI che legge sia libri di carta che ebook
LA FIGLIA che vive molto lontano


LEI   (girando nervosamente per casa) Qualcuno ha visto il cavetto per ricaricare il kindle? E' bianco, piuttosto lungo, l'ho lasciato qui da qualche parte
LUI   Non dice una parola ma legge ostentatamente un grosso libro sfogliando rumorosamente le pagine
LEI   Smettila, dai! Sto leggendo Limonov e il kindle è quasi scarico
LUI   (sorridendo ironico) Non sono legato a un cavetto, per leggere io!
LA FIGLIA   (con un sms) Mamma ho dimenticato il cavetto che collega l'iPod al computer, me lo spedisci? Tipregotipregotiprego. Ah ho trovato in valigia un cavetto bianco, piuttosto lungo...

(Sipario)

P.S. Non è andata proprio così e, in ogni caso, avrei potuto continuare a leggere sull'iPad

lunedì 31 dicembre 2012

Piccolo bagaglio per il prossimo anno


In partenza per il 2013 cosa mettere in una ipotetica valigia? C’è qualcosa di quest’anno così critico che possiamo portare con noi sperando che nel prossimo possa dare qualche frutto?

Metto in valigia La legge di iniziativa popolare per promuovere il libro e la lettura promossa dall’Associazione Forum del libro
La proposta è aperta al contributo di tutti attraverso un wiki e solamente alla fine di questo percorso verrà  presentata agli elettori per la raccolta delle firme previste.
Al momento sul wiki, costantemente aggiornato, è già presente l’ossatura della legge, una ventina di articoli suddivisi in tre titoli.
L’articolo 1 pone le basi della legge, i suoi scopi: la promozione della lettura e del libro su qualsiasi tipo di supporto, il riconoscimento della sua natura di prodotto culturale, la promozione delle biblioteche e, in particolare, della cooperazione bibliotecaria.
Il primo elemento degno di nota mi sembra essere proprio questo mettere al primo posto la lettura anziché il libro (e mi piacerebbe che questa inversione fosse presente anche nel titolo). Significa promuovere una pratica, una attività, un’esperienza anziché un oggetto, un prodotto, per quanto di natura culturale.
E poi l’importanza delle biblioteche, della cooperazione bibliotecaria.
Questi due elementi, veri propri cardini della legge, ricorrono in numerosi altri articoli. La lettura è considerata strumento di base per l'esercizio del diritto all'istruzione ed alla cultura che deve entrare a far parte della vita quotidiana della società, diventare abitudine, consuetudine.
Per giungere a questo il ruolo delle biblioteche è considerato fondamentale. I principi e valori delle biblioteche sono (articolo 5) libertà intellettuale, accesso all'informazione, uguaglianza, pluralismo e la biblioteca è (articolo 6)  strumento di attuazione della Costituzione della Repubblica, poiché assicura uguaglianza sostanziale e pari opportunità d’accesso all’informazione, all’istruzione, alla conoscenza, alla cultura e alla libertà di ricerca scientifica.
Non manca, sempre nell’articolo 6, un riferimento al servizio di biblioteca che deve essere gestito da personale qualificato. Riferimento meno banale di quanto appaia dal momento che troppo nel nostro paese i criteri per l’assunzione di bibliotecari rasentano il folclore

E, sempre a proposito  della professione di bibliotecario, metto in valigia anche la recentissima approvazione della legge sulle professioni  non ordinistiche,  (qui si trova tutto l’iter legislativo in attesa della pubblicazione del testo definitivo )
La legge è un primo, indispensabile passo per il riconoscimento della nostra professione dal momento che  stabilisce modelli per la definizione di  requisiti, competenze, modalità di esercizio e certificazione delle attività professionali.
Assieme alla legge porto anche l’impegno dell’AIB che, dopo aver lavorato a lungo per raggiungere questo traguardo, è adesso indirizzato a creare “ un meccanismo virtuoso di certificazione interna, che faccia corrispondere allo status di associato precisi requisiti di competenza, a garanzia della qualità dei servizi erogati ai cittadini” e a  “costruire le condizioni affinché l’essere iscritti all’AIB significhi possedere i requisiti per esercitare il mestiere di bibliotecario in Italia”

E, per finire, porto con me Parlar di libri in modo decente . Parlar di libri in maniera semplice, emozionante, ironica, divertente come  avviene nei numerosi esempi di campagne di promozione della lettura raccolti da Annamaria Testa. Parlar di libri come non si riesce, purtroppo, a fare in Italia dove il Centro per il libro e la lettura ha promosso una campagna a dir poco imbarazzante (ne parlavo qui)

Parlar di libri magari mangiando biscotti (voglio finirlo sorridendo questo anno)


domenica 9 dicembre 2012

In difesa di Anobii


Vale la pena rispolverare il celebre motto di Scheiwiller, ma citandolo per intero: Non ho letto il suo romanzo e non mi piace: non lo giudico.
La posizione di Scheiwiller è una presa di distanza forte e personale, una dichiarazione di non interesse, di non appartenza che non ha bisogno  di motivazioni, di spiegazioni, ma non è un giudizio, non è una stroncatura.

Mi è tornato in mente leggendo sul Venerdì di Repubblica del 7 dicembre l’articolo di Nicla Vassallo Alla larga dagli “aNobiani” lettori e saccenti e un po’ marpioni (qui trovate il testo).

La Vassallo dichiara la sua assenza da aNobii ma sente il bisogno di motivarla con l’arma del disprezzo non solo perché il suo credo «insieme troviamo i libri migliori» mi pare chimerico ma anche per la incerta la competenza degli aNobiiani che recensiscono, commentano, votano. E in un crescendo, più censorio che recensorio, definisce, per sentito dire, per carità che le i non bazzica simili conventicole, gli aNobiani bellimbusti letterari che cuccano esibendo il numero dei volumi, vanitosi, esibizionisti, saccenti e anche un po’ marpioni.

Ma proseguendo si arriva al punto, al nocciolo della questione: la superiorità dei salotti della realtà non virtuale, il rimpianto dei bei tempi andati e lo struggimento per la corrispondenza epistolare (abbastanza virtuale anche questa, direi) nel film 84 Charing Cross Road, interpretato da Anne Bancroft e Anthony Hopkins.

Insomma niente di nuovo sotto il sole: la cultura è una cosa seria e lasciate parlare chi sa e gli altri zitti ad ascoltare e poi la solita trita e ritrita questione del virtuale ricettacolo di ogni nefandezza mentre nella vita "vera" si mangia in punta di forchetta.

Ma alla fine ha ragione o no Nicla Vassallo? Sì e no. Il mondo è pieno di bellimbusti, vanitosi saccenti ed esibizionisti. Alcuni sono su aNobii, altri in coda al supermercato, altri in sala d’aspetto dal dentista, altri ancora scrivono pessimi articoli sui giornali.

Lettura consigliata (ancora una volta): Luca Ferrieri, La lettura spiegata a chi non legge, Bibliografica, 2012


venerdì 30 novembre 2012

Loro si scusano

(ma non per questo è meno profondo il mio scontento)


Nel mio post precedente, Di refusi editoriali, scansioni bruttissime e del mio profondo scontento, raccontavo delle mie disavventure con un e-book della casa editrice Bompiani. E-book di pessima fattura, figlio di una edizione cartacea altrettanto pessima, figlia quest'ultima, a sua volta, di una vecchia edizione Mondadori di ottima qualità.
Lo raccontavo sotto forma di lettera ad Elisabetta Sgarbi, lettera che le ho effettivamente inviato, attraverso il sito della casa editrice senza ottenere risposta.
Qualche giorno dopo Ciccio Rigoli, il bravissimo libraio di Ultima Books, nel blog La voce dei Librai, Cari editori, non fateli proprio gli ebook, racconta un paio di casi di pessime realizzazione di ebook fra i quali il mio e decide di togliere L'inverno del nostro scontento dai consigli del mese
Anche per questo noi librai abbiamo deciso di toglierlo dai consigli del mese, giudicandolo indegno. Non possiamo toglierlo dalla vendita, ma eviteremo accuratamente di pubblicizzarlo d’ora in poi. Ci scusiamo se non ce n’eravamo accorti prima, ma l’avevamo letto tempo fa in cartaceo, per questo eravamo molto contenti ci fosse anche la versione digitale.
Nel frattempo se ne parla anche in Baionette librarie e in Writer's Dream, insomma non voglio dire che questo fatterello sia diventato un caso ma ha certamente raggiunto la manzoniana soglia dei 25 lettori.
Scrivo anche sulla pagina facebook della Bompiani e su Twitter ma anche in questo caso nessuna risposta, provo quindi vie più tradizionali e contatto l'ufficio stampa della casa editrice che, finalmente, mi risponde molto velocemente. O molto sbrigativamente, giudicate voi:
sono dispiaciuta, purtroppo ci sono stati problemi con quell'edizione. Li stiamo tuttavia risolvendo e aggiorneremo i file quanto prima
Seguono i saluti, per carità, cordiali.
Sinceramente non mi sembra molto, avrei alcune domande (che immagino non avranno risposta) da rivolgere alla Bompiani:

  1. quando i file saranno aggiornati ci sarà la possibilità di scaricarli nuovamente nella versione corretta?
  2. pensate di correggere anche l'edizione cartacee e di sostituire le copie coi refusi? Con che modalità?
  3. cosa pensate di fare con altre edizioni cartacee e digitali di scarsa qualità che avete pubblicato?

Per quanto riguarda i miei acquisti personali certamente non acquisterò più libri Bompiani. Ma anche per quanto riguarda gli acquisti che effettuo per la biblioteca per la quale lavoro non potrò non tenere in considerazione la scarsa qualità dei prodotti della casa editrice e la scarsa considerazione dimostrata nei confronti dei lettori

mercoledì 14 novembre 2012

Di refusi editoriali, scansioni bruttissime e del mio profondo scontento

Gentile Elisabetta Sgarbi,

qualche giorno fa ho acquistato un e-book della Bompiani, la casa editrice da lei diretta: John Steinbeck, L’inverno del nostro scontento. Un grande autore, la traduzione di Luciano Bianciardi, una casa editrice prestigiosa, pensavo di andare sul sicuro.
E invece un disastro. Nel solo primo capitolo almeno cinque refusi. Difficile imputarli all’e-book,  avevo già letto la pessima versione  elettronica di Storia della mia gente di Nesi con salti di righe, paragrafi non allineati, punteggiatura ballerina.
In questo caso si tratta di accenti (cercò invece di cerco, li invece di ), parole incomprensibili (Fiu invece di Più, sfamo invece di siamo) un misterioso ri. chiuse.
Insomma sono andata a vedere l’edizione cartacea (Tascabili Bompiani 2011) dove ho ritrovato esattamente gli stessi errori.
A questo punto (i bibliotecari son tipi pignolini) negli scaffali di casa mia ho trovato una bella edizione Oscar Mondadori di mio marito (che ovviamente se la ride). Senza errori ma con alcune particolarità: quello che nel 2011 è un cercò accentato nel  1966 era un cerco con la o con una sbavatura tipografica, il misterioso ri. chiuse deriva da un richiuse con la lineetta  dopo la prima sillaba che segnala l’andare a capo.
Mi pare evidente che l’edizione Bompiani sia stata creata, e creata malamente, scansionando una precedente edizione Mondadori, io non so se sia una pratica diffusa, so solo che in questo modo si offendono Steinbeck, Bianciardi, e tutti i lettori che come me hanno acquistato il libro.
Gentile Elisabetta Sgarbi non so se leggerà mai questa mia nota, proverò a postarla anche sul suo forum, ma vedo che è fermo al 2010 e, mi perdoni, c’è qualche refuso anche lì.
La saluto con alcuni commenti  lasciati dai lettori de L’inverno del nostro scontento su Anobii
nota all'editore:
caro signor bornpiani, quando peròe il file con il testo di un libro che vuole ripubblicare e lo recupera da una scansione di una oopia veccbia, abbia il buon cuore di far passare il r sultato attraverso un correttore autornatico, almeno. 
Attenzione: questa edizione è piena zeppa di errori di stampa e refusi 
l'edizione in questione e piena di una valanga di errori di battitura ... sfiancante 
E' stata una lettura noiosa e difficile soprattutto per i numerosi refusi presenti nell'edizione de I Tascabili Bompiani: in alcuni punti era difficile anche capire il senso della frase. 
Quest'edizione Bompiani, inoltre, è piena di refusi e fastidiosi errori di stampa.

giovedì 1 novembre 2012

Così vicino, così lontano


Dialogo di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book


Mio marito ed io siamo fra quelli che le statistiche considerano lettori forti.
Lui legge solo libri di carta e inchiostro. Io, da qualche mese, anche e-book.
Lui si diverte molto a punzecchiarmi sulla superiorità del suo mezzo di lettura e io, ovviamente, non sono da meno. 

L’odore della carta
Lui – Sì ma vuoi mettere l’odore della carta?
Io –  Certo,  come il delizioso odore di muffa di quel libro che hai comperato in un mercatino e che ha aleggiato per mesi in tutto lo studio. Suvvia puoi fare di meglio

La leggerezza
Io – Vedi  quando siamo andati a Parigi tu nel bagaglio non sei riuscito a portarti dietro nemmeno un libro, io invece col mio kindle in 160 grammi avevo almeno una ventina di libri
Lui – Anche tu puoi fare di meglio. A parte il fatto che alla sera eravamo talmente stanchi da non riuscire a leggere due righe, mi spieghi perché per stare a Parigi cinque giorni hai bisogno di una ventina di libri? Comunque meglio il possesso compulsivo di libri che di scarpe con la suola rossa
Io – Il fatto è che le scarpe con la suola rossa non me le posso permettere

Fra cinquant’anni
Lui - Fra cinquant’anni i miei libri di carta ci saranno ancora, cosa ne sarà dei tuoi e-book?
Io – Francamente me ne infischio (cit.). E poi pensa a quando qualcuno cercherà di rifilare i tuoi libri di carta alla biblioteca e la biblioteca non li vorrà
Lui – Francamente me ne infischio anch’io

Il risparmio
Io – E poi gli e-book costano meno dei libri di carta. E tutti i giorni c’è un’offerta a 99 centesimi o a 1 euro e 99
Lui – Così finisci per comperare libri che magari non ti interessano solo perché sono in offerta e  ti fai condizionare nelle tue letture
Io – O magari in questo modo leggo libri che altrimenti non avrei mai letto. E’ una questione di punti di vista, no?

Sottolineare e annotare
Lui – Quando leggo un libro mi segno i personaggi, prendo appunti, sottolineo
Io – Se tu provassi un e-book ti accorgeresti che puoi fare le stesse cose e molte altre. Puoi ricercare i personaggi e andarti a rileggere tutti i passi in cui appaiono, puoi sottolineare e scrivere note e puoi condividerle in rete

Così vicino così lontano
Lui – Il fatto è che condividi in rete ma io non so cosa leggi. Pensa a quando ci siamo sposati e abbiamo unito le nostre librerie. Pensa a quanti libri ho scoperto perché li hai portati a casa tu e viceversa, o a quanti libri le nostre figlie hanno pescato dagli scaffali. Adesso se volessi leggere un libro che tu stai leggendo col kindle dovrei comperarlo anch'io. Il fatto è che si sposta il mercato da un bene che può essere condiviso, che può passare di mano in mano, a un consumo personale

E in effetti penso a una vacanza nel Salento con 8 volumi con tutti i racconti di Cechov che mai avrei immaginato di leggere, penso alle decine di libri di Pessoa, Saramago, Lobo Antunes che ho portato a casa e fatto leggere, o penso a libri che sto leggendo e che, appoggiati su una mensola in bagno, su un tavolo in salotto, spariscono misteriosamente per riapparire nelle mani di qualcun altro.
Insomma è vero: è semplicissimo condividere in rete attraverso i social network suggerimenti di lettura, impressioni, scambiarsi note e citazioni, diventa più difficile farlo "dal vivo", in tutte quelle occasioni in cui il dialogo, lo scambio nasce dall'avere il libro fra le mani.

domenica 7 ottobre 2012

fra le righe

Qualche giorno in viaggio fra Toscana e Romagna ho finito di leggere Tramonto e polvere di Lansdale. In e-book.
Un inizio decisamente folgorante e poi una storia ben congegnata e furbetta, continue strizzatine d'occhio al lettore, insomma niente di particolare ma comunque una lettura piacevole per un viaggio in treno, pensavo, prima di affrontare l'ultima parte del romanzo: pastrocchiata, confusa e a tratti di difficile comprensione.
Ho dato la colpa alla stanchezza e ho provato a rileggere le ultime pagine con più attenzione, concentrandomi, ma la sensazione di confusione è rimasta.
Eppure dovrebbe essere la parte più avvincente: il ritmo si fa più serrato, ci si avvicina allo scontro finale fra "buoni" e "cattivi". Se fossimo in un un film vedremmo un montaggio alternato delle loro azioni: i buoni che si nascondono, i cattivi che scoprono il loro nascondiglio, i buoni che scappano, i cattivi che li inseguono...
Nell'e-book invece una lunghissima descrizione degli eventi senza soluzione di continuità senza comprendere, a volte, dove ci si trova e con chi.
Poi ho capito e per esserne certa ieri ho cercato il libro cartaceo in biblioteca e ho avuto la conferma.
Nell'e-book mancano le interlinee vuote che separano i paragrafi. Spazi che sono fondamentali perché introducono al cambio di scena e di prospettiva, rallentano il ritmo della narrazione proprio quando è al suo culmine per poi farlo ripartire con più slancio. Spazi che sono dei veri e propri respiri profondi.
E nell'e-book non ci sono.
Sciatteria, negligenza, vera propria incapacità di che ha confezionato l'edizione elettronica? Non saprei, probabilmente un misto di tutto questo, certamente scarso rispetto per il lettore e per lo scrittore ed anche scarso rispetto per il proprio lavoro.

Sollecitudine e amore, amore ci vuole al lavoro (Elio Pagliarani, La ragazza Carla)