lunedì 26 ottobre 2020

In tutti i miei corpi

Le mie figlie mi prendono un po’ in giro quando vedono che cucino ascoltando un audiolibro, o che faccio colazione leggendo, o che dissemino libri in giro per la casa.

Mi dicono che ormai vivo in una dimensione parallela, quella delle storie, e sottintendono una leggera affettuosa critica, una piccola preoccupazione. 

Dovrei, secondo loro, uscire di più, fare cose, vedere gente. Insomma partecipare maggiormente della vita “vera”.

Ovviamente non sono d’accordo con loro, con l’età sono solo diventata più selettiva, uscire non è un valore in sé dipende da cosa si fa e dalle persone con cui, eventualmente, lo si fa.

Non è nemmeno vero che io abiti nelle storie che leggo e ho sempre trovato terribile la retorica di chi sostiene che leggere faccia vivere altre vite. 

Se mi ascoltassero, ma una sta guardando una serie su Netflix e l’altra sta ascoltando un podcast, direi loro di leggere per intero il racconto qui sotto, e anche gli altri di questo bel libro.


Autobiografie scelte 

Ricordo chiaramente, a pelle, senza esserci mai stato, il sole fiammeggiante sugli infiniti campi di cotone della Louisiana. Ricordo sul mio palato il gusto della madeleine di Proust e le sue briciole che galleggiavano nel tè. Ricordo come portarono per la prima volta il ghiaccio a Macondo e mio padre mi accompagnò dallo zingaro Melquíades. Ricordo una terribile tempesta invernale e la candela che ardeva in casa, la candela ardeva…

Mi rendo conto, probabilmente come tanti prima di me, che tra i miei ricordi personali ce ne sono molti scaturiti dai libri. La lettura produce ricordi.Da tempo non ricordo e mi rifiuto di indagare quali provengono dalla lettura e quali no. Non percepisco nessuna differenza, tutto è stato visto, tutto mi fa venire la pelle d’oca, tutto ha lasciato una cicatrice.

In tutti i miei corpi…


Georgi Gospodinov, Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi, Voland 2020