lunedì 31 dicembre 2012

Piccolo bagaglio per il prossimo anno


In partenza per il 2013 cosa mettere in una ipotetica valigia? C’è qualcosa di quest’anno così critico che possiamo portare con noi sperando che nel prossimo possa dare qualche frutto?

Metto in valigia La legge di iniziativa popolare per promuovere il libro e la lettura promossa dall’Associazione Forum del libro
La proposta è aperta al contributo di tutti attraverso un wiki e solamente alla fine di questo percorso verrà  presentata agli elettori per la raccolta delle firme previste.
Al momento sul wiki, costantemente aggiornato, è già presente l’ossatura della legge, una ventina di articoli suddivisi in tre titoli.
L’articolo 1 pone le basi della legge, i suoi scopi: la promozione della lettura e del libro su qualsiasi tipo di supporto, il riconoscimento della sua natura di prodotto culturale, la promozione delle biblioteche e, in particolare, della cooperazione bibliotecaria.
Il primo elemento degno di nota mi sembra essere proprio questo mettere al primo posto la lettura anziché il libro (e mi piacerebbe che questa inversione fosse presente anche nel titolo). Significa promuovere una pratica, una attività, un’esperienza anziché un oggetto, un prodotto, per quanto di natura culturale.
E poi l’importanza delle biblioteche, della cooperazione bibliotecaria.
Questi due elementi, veri propri cardini della legge, ricorrono in numerosi altri articoli. La lettura è considerata strumento di base per l'esercizio del diritto all'istruzione ed alla cultura che deve entrare a far parte della vita quotidiana della società, diventare abitudine, consuetudine.
Per giungere a questo il ruolo delle biblioteche è considerato fondamentale. I principi e valori delle biblioteche sono (articolo 5) libertà intellettuale, accesso all'informazione, uguaglianza, pluralismo e la biblioteca è (articolo 6)  strumento di attuazione della Costituzione della Repubblica, poiché assicura uguaglianza sostanziale e pari opportunità d’accesso all’informazione, all’istruzione, alla conoscenza, alla cultura e alla libertà di ricerca scientifica.
Non manca, sempre nell’articolo 6, un riferimento al servizio di biblioteca che deve essere gestito da personale qualificato. Riferimento meno banale di quanto appaia dal momento che troppo nel nostro paese i criteri per l’assunzione di bibliotecari rasentano il folclore

E, sempre a proposito  della professione di bibliotecario, metto in valigia anche la recentissima approvazione della legge sulle professioni  non ordinistiche,  (qui si trova tutto l’iter legislativo in attesa della pubblicazione del testo definitivo )
La legge è un primo, indispensabile passo per il riconoscimento della nostra professione dal momento che  stabilisce modelli per la definizione di  requisiti, competenze, modalità di esercizio e certificazione delle attività professionali.
Assieme alla legge porto anche l’impegno dell’AIB che, dopo aver lavorato a lungo per raggiungere questo traguardo, è adesso indirizzato a creare “ un meccanismo virtuoso di certificazione interna, che faccia corrispondere allo status di associato precisi requisiti di competenza, a garanzia della qualità dei servizi erogati ai cittadini” e a  “costruire le condizioni affinché l’essere iscritti all’AIB significhi possedere i requisiti per esercitare il mestiere di bibliotecario in Italia”

E, per finire, porto con me Parlar di libri in modo decente . Parlar di libri in maniera semplice, emozionante, ironica, divertente come  avviene nei numerosi esempi di campagne di promozione della lettura raccolti da Annamaria Testa. Parlar di libri come non si riesce, purtroppo, a fare in Italia dove il Centro per il libro e la lettura ha promosso una campagna a dir poco imbarazzante (ne parlavo qui)

Parlar di libri magari mangiando biscotti (voglio finirlo sorridendo questo anno)


domenica 9 dicembre 2012

In difesa di Anobii


Vale la pena rispolverare il celebre motto di Scheiwiller, ma citandolo per intero: Non ho letto il suo romanzo e non mi piace: non lo giudico.
La posizione di Scheiwiller è una presa di distanza forte e personale, una dichiarazione di non interesse, di non appartenza che non ha bisogno  di motivazioni, di spiegazioni, ma non è un giudizio, non è una stroncatura.

Mi è tornato in mente leggendo sul Venerdì di Repubblica del 7 dicembre l’articolo di Nicla Vassallo Alla larga dagli “aNobiani” lettori e saccenti e un po’ marpioni (qui trovate il testo).

La Vassallo dichiara la sua assenza da aNobii ma sente il bisogno di motivarla con l’arma del disprezzo non solo perché il suo credo «insieme troviamo i libri migliori» mi pare chimerico ma anche per la incerta la competenza degli aNobiiani che recensiscono, commentano, votano. E in un crescendo, più censorio che recensorio, definisce, per sentito dire, per carità che le i non bazzica simili conventicole, gli aNobiani bellimbusti letterari che cuccano esibendo il numero dei volumi, vanitosi, esibizionisti, saccenti e anche un po’ marpioni.

Ma proseguendo si arriva al punto, al nocciolo della questione: la superiorità dei salotti della realtà non virtuale, il rimpianto dei bei tempi andati e lo struggimento per la corrispondenza epistolare (abbastanza virtuale anche questa, direi) nel film 84 Charing Cross Road, interpretato da Anne Bancroft e Anthony Hopkins.

Insomma niente di nuovo sotto il sole: la cultura è una cosa seria e lasciate parlare chi sa e gli altri zitti ad ascoltare e poi la solita trita e ritrita questione del virtuale ricettacolo di ogni nefandezza mentre nella vita "vera" si mangia in punta di forchetta.

Ma alla fine ha ragione o no Nicla Vassallo? Sì e no. Il mondo è pieno di bellimbusti, vanitosi saccenti ed esibizionisti. Alcuni sono su aNobii, altri in coda al supermercato, altri in sala d’aspetto dal dentista, altri ancora scrivono pessimi articoli sui giornali.

Lettura consigliata (ancora una volta): Luca Ferrieri, La lettura spiegata a chi non legge, Bibliografica, 2012