sabato 7 aprile 2012

pagheremo caro, pagheremo tutto

Certe idee sono dure a morire. Io, ad esempio, mi sono sempre immaginata gli scrittori, chiusi nei loro studi a scrivere e scrivere e poi, una volta finito spedire il dattiloscritto alle case editrici e aspettare fiduciosi.
E dall'altra parte mi immaginavo nelle case editrici pile di dattiloscritti e redattori pazienti intenti ad aprire plichi e a leggere, e riunioni editoriali per scegliere cosa pubblicare.
Poi sono arrivati gli editor, che prendono per mano lo scrittore, lo aiutano a riscrivere il libro, gli cambiano il titolo, tagliano, cuciono, sforbiciano (La solitudine dei numeri primi pare abbia avuto 6 editor).
Poi, siccome gli editor molto spesso non dipendono dalle case editrici ma lavorano in proprio, si sono inventati le scuole di scrittura. Tu paghi e c'è qualcuno che ti prende per mano e ti insegna a scrivere e spesso ti fanno pubblicare (è compreso nel prezzo) il tuo libro che puoi regalare a Natale ad amici e parenti.
Se invece sei un aspirante scrittore solitario puoi scrivere il tuo libro nella solitudine del tuo studio e mandarlo ad un'agenzia dove, ovviamente pagando, te lo leggono, eventualmente aggiustano, e lo presentano alle varie case editrici.
Il sistema funziona e si va specializzando anche se con qualche incidente di percorso. Era previsto per ottobre a Firenze il primo Festival dell'inedito. Sospeso dal momento che il Comune di Firenze ha ritirato il patrocinio in seguito ad una lettera di protesta di alcuni scrittori. Semplice e geniale il meccanismo: 130 euro per la valutazione  del manoscritto. Se selezionati con 400 euro si poteva accedere ad un pacchetto di servizi (spazio espositivo alla stazione Leopolda, eventuale pubblicazione online ecc.), aggiungendo la modica cifra di 100 euro mezz'ora di presentazione e con 150 anche la lettura da parte di un'attore.
E non pensino i lettori di essere al di sopra di questo meccanismo. Qualcuno si è accorto che nonostante scuole di scrittura, agenzie letterarie e festival i lettori stanno inesorabilmente calando. E allora niente di meglio di una bel corso di lettura creativa dove con la modica cifra di 500 euro per quattro incontri promettono di  "sviluppare la libertà del lettore affinchè il lettore trovi un suo canone e riesca a scegliere i libri più adatti".
Il magazine Finzioni fa giustamente notare che il loro sottotitolo è "progetto di lettura creativa" e che per di più è gratis.
Mi permetto di aggiungere che possiamo esercitare gratutitamente la nostra libertà di lettori più o meno creativi anche parlando di libri con gli amici, sui social network, in cosa alla cassa del supermercato e magari in biblioteca!

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