martedì 2 agosto 2016

Il mediterraneo in 10 isole (più o meno)

Isolario di Benedetto Bordone nel qual si ragiona di tutte l'isole del mondo, con li lor nomi antichi & moderni, historie, fauole, & modi del loro viuere, & in qual parte del mare stanno, & in qual parallelo & clima giaciono. Con la gionta del monte del Oro nouamente ritrouato. ...  (Impresse in Vinegia: per Nicolò d'Aristotile, detto Zoppino, 1534 nel mese di giugno)








"C'era un uomo che amava le isole... Voleva un'isola tutta per sé: non necessariamente per restarvi solo, ma per farne un mondo tutto suo" scrive D. H. Lawrence  E forse è per questo, perché ci assomigliano, riflettono le nostre contraddizioni, ci rappresentano che le isole hanno sempre avuto un posto centrale nell'immaginario letterario.
Isole come mondo a parte, ritorno alla natura, spazio dell'avventura. O isole come costruzioni utopiche dove la natura viene trasformata da un principio razionale.
Isole come approdo felice, spazio di libertà ed evasione o, al contrario, isole prigione, territori di reclusione, di segregazione.

L'isola come  luogo geografico intermedio fra la terra e il mare  partecipa di entrambe le nature, di entrambe le simbologie. Da una parte uno spazio delimitato e sicuro, dall'altro un elemento fluido, indefinito nel quale le regole sociali sono escluse.
L'isola, grazie al suo spazio concluso, racchiude in sé il mito della totale conoscibilità, l'illusione dell'esaurimento alla Perec, conoscibilità spesso elusa dallo svelarsi di una natura misteriosa e metamorfica.

Un viaggio nel mediterraneo attraverso 10 isole letterarie.
E' vero, non c'è l'Odissea, che tutto racchiude e compendia. La storia dell'isola delle rose, poi, avrebbe meritato un narratore meno stucchevole, ma le forme utopiche su palafitte mi hanno sempre affascinato. Probabilmente perché le vacanze più belle, da bambina, le ho passate su un capanno da pesca, microscopica isola utopica sospesa per aria ma con i piedi nell'acqua.


Isola d'Elba

N di Ernesto Ferrero racconta i trecento giorni di Napoleone sull'Isola d'Elba. La voce narrante è quella di Martino Acquabona, un letterato del luogo che verrà nominato bibliotecario dall'imperatore. Combattuti fra avversione e fascinazione gli elbani saranno costretti dall'irrompere di Napoleone sull'isola a fare i conti con sé stessi e il mondo esterno.
Prima del suo arrivo, non bastavamo soltanto a noi stessi: eravamo la misura di noi stessi. La percezione del mondo vasto e tumultuoso, al di là del mare, non ci offendeva. Ma adesso  l'Uomo che si è posto a misura di tutte le cose è piombato tra noi, ci ha obbligato a misurarci davvero con Lui, con la sua storia, con la Storia, con il continente. Questo facciamo ogni giorno: prendiamo accuratamente misure della nostra persona, e il risultato ci mortifica.

Isola del Giglio

Isole minori di Lorenza Pieri racconta la vita di una famiglia che vive sull'isola del Giglio. La storia, narrata da Teresa, la  figlia minore, si dipana nell'arco di quarant'anni e intreccia le vicende personali con gli avvenimenti della storia e della cronaca italiana degli ultimi anni. Ma la vera protagonista è l'isola dalla quale è necessario distaccarsi ma alla quale si finisce per fare ritorno.
Io avevo un'isola, e la fortuna di passare la maggior parte del mio tempo con il mare come orizzonte, circondata da una cintura di sicurezza liquida che metteva sempre al riparo da tutto quello che succedeva là fuori.

Sardegna

Passavamo sulla terra leggeri è l'ultima opera di Sergio Atzeni che la terminò pochi giorni prima di morire, il 6 settembre 1995. E' il racconto millenario dell'isola che, dopo una lunga tradizione orale, viene affidato ad un narratore scrittore. La storia si mescola con il mito, l'epica, la leggenda perché, come scrive Atzeni, "Credere che la storia dica la verità e il romanzo dica falsità è pericoloso. Poiché gli uomini si muovono sulla base di informazioni false e tendenziose bisogna convincersi che spesso gli storici non dicono verità, mentre i romanzi, a volte, raccontano più verità degli storici"
Se esiste una parola per dire i sentimenti dei sardi nei millenni di isolamento fra nuraghe e bronzetti forse è felicità. Passavamo sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta. A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici.

Lampedusa

Lampedusa di Maylis de Kerangal. "Mi dico che a volte scrivere è come fondare un paesaggio", dice la scrittrice. E nella notte in cui un bollettino radio comunica l'affondamento di un barcone proveniente dalla Libia e la morte di 300 persone al largo di Lampedusa, questo fa la De Kerangal: ricostruisce, ricompone Lampedusa affiancando alle immagini di morte altre immagini, ricordi, "risonanze".
La notte avanza. Sono ora inchiodata sull'isola di Lampedusa come quando ci si fissa su un granello di polvere sul foglio bianco. Ho l'impressione che esista come luogo in un non-luogo, sasso inalterabile emerso contro lo spazio liquido, terra delineata contro il mare indistinto in cui si aboliscono il tempo e la topografia - a lungo bisognò fare appello al cielo per stabilire una rotta, un allineamento di stelle indicava la direzione.

Procida

L'isola di Arturo di Elsa Morante. Romanzo di formazione fra i più noti. Vi è raccontata l'avventura interiore di un adolescente che, attraverso prove ed esperienze anche dolorose, lascia il mondo dell'infanzia per entrare direttamente in quello degli adulti. L'isola di Procida non è nel romanzo solo un luogo geograficamente connotato, ma il simbolo dell'infanzia, di un'età magica e precaria che deve essere abbandonata per entrare nel mondo adulto.
Senti, non mi va di vedere Procida mentre si allontana, e si confonde, diventa come una cosa grigia... Preferisco fingere che non sia mai esistita. Perciò fino al momento che non se ne vede più niente, sarà meglio che io non guardi là. Tu avvisami a quel momento.E rimasi col viso sul braccio, quasi in un malore senza nessun pensiero, finché Silvestro mi scosse con delicatezza e mi disse: - Arturo, su, puoi svegliarti.Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano. L'isola non si vedeva più.

Un'isola greca

Dal mare verrà ogni bene di Christos Ikonomou. Un gruppo di Ateniesi, in seguito alla crisi economica che ha colpito la Grecia decide di abbandonare Atene cercando nuove opportunità e una nuova vita su un'isola dell'Egeo. Qui ritroveranno lo stesso sistema corrotto di potere e denaro che li aveva portati ad abbandonare la capitale. Qui saranno considerati, dagli abitanti dell'isola, stranieri, profughi, invasori.
L'isola è una prigione, e il mare le sbarre. Se ti trovi sulla terraferma, qualunque cosa succeda, te la dai a gambe o salti in macchina e scappi. Da queste parti, però, come fai a scappare? E per andare dove poi? Per questo ti dico che l'isola è una prigione. L'ho capito adesso. Ma è così. Una prigione. La sapevano lunga quelli che un tempo mandavano la gente al confino nelle isole. E adesso siamo allo stesso punto. Adesso siamo in democrazia, mi dici. Certamente. All'epoca mandavano la gente nelle isole di forza, adesso ci veniamo da soli. Una grande differenza, giusto? Giusto.

Leros

La prima verità di Simona Vinci racconta la storia terribile dell'isola manicomio di Leros, in Grecia. Nell'isola del Dodecaneso per anni vennero deportati pazienti psichiatrici provenienti da tutti i manicomi della Grecia fondando una "colonia per psicopatici" con oltre 2.700 posti letto. A questi si aggiunsero, durante il regime dei colonnelli, migliaia di oppositori politici. E' solo a partire dal 1991, dopo una serie di denunce della situazione, e dopo pressioni internazionali che si cominciò a lavorare per la chiusura del manicomio e la liberazione degli internati. Il romanzo di Simona Vinci racconta la storia di Angela, giovane ricercatrice italiana, che arriva sull'isola assieme a volontari, medici e psichiatri provenienti da tutta Europa.
L'isola si vorrebbe chiusa in sé stessa, autosufficiente, padrona del proprio destino quanto più la terraferma e le sue eco distruttive sono lontane; ma è un'illusione. Inesorabile la diversità biologica arriva con il vento, le maree, le navi che solcano le acque e portano uomini e bestie, naviganti, costruttori e disboscatori, qualche volta poeti. L'equilibrio di un'isola è perfetto e fragilissimo; un attacco esterno può minare ogni cosa, radere al suolo tutto ciò che la natura, paziente, ha costruito in migliaia di anni.

Porquerolles

Il clan dei Mahé di Georges Simenon. "Ci sarebbe andato a Porquerolles" Nonostante il clima troppo caldo che rende tutti insofferenti, la sistemazione in una pessima pensione, il cibo scadente, il dottor Mahé, "un tipo paziente", sa che sarebbe tornato, di anno in anno, nell'isola. Affascinato, turbato da una ragazzina col vestito rosso con la quale non scambierà mai nemmeno una parola, il dottor Mahè, seguendo il proprio turbamento interiore, non può sfuggire all'isola, al suo richiamo, al proprio destino.
Là sotto c'era un mondo ostile, un mondo a lui estraneo, davanti al quale si sentiva smarrito. E anche l'isola, con la sua cappa di cielo ronzante di sole, lo scorpione nel letto di suo figlio, il frinire assordante delle cicale...


Insulo de la Rozoj

L'isola e le rose di Walter Veltroni racconta una storia vera. Alla fine degli anni '60, al largo di Rimini, in acque internazionali, viene costruita un'isola artificiale, una piattaforma di cemento su palafitte. Fra sogno utopico (quello di un luogo dedicato all'arte, alla cultura, allo spettacolo) e sfruttamento commerciale, l'isola viene dichiarata stato autonomo con tanto di bandiera, carta costituzionale, emissione di francobolli, lingua ufficiale (l'esperanto). Fino all'epilogo inevitabile: l'abbattimento con cariche di tritolo da parte delle autorità.
E'  l'Isola delle Rose la creatura perfetta, il minotauro marino. E' figlia del mio desiderio, pratico, di trovare ricchezza e possibilità di qualcosa di nuovo, di grande, e della tua utopia, del tuo sogno di un mondo più aperto e più giusto, del tuo amore per l'arte e la bellezza.


L'isola Hispania

La zattera di pietra di José Saramago
E se la penisola iberica si staccasse dall'Europa e questa nuova isola cominciasse, lentamente, a navigare in mare aperto?
Dopo ci fu una pausa , si sentì passare nell'aria un grande soffio, come il primo respiro profondo di chi si sveglia, e la massa di pietra e terra, coperta di città, villaggi, fiumi, boschi, fabbriche, macchie incolte, campi coltivati, con la sua gente e i suoi animali, cominciò a muoversi, come una barca che si allontana dal porto e punta al mare di nuovo ignoto.


E ancora:

Avventure di piccole terre, di Ambrogio Borsani
Isole. Coordinate geografiche e immaginazione letteraria, a cura di Nicoletta Brazzelli
Inferni, mari, isole. Storie di viaggi nella letteratura, di Roberto Mussapi (al momento non in commercio, cercatelo in biblioteca)
PANTAGRUEL - Sconfinamenti d'estate, Rai Radio 3. La puntata del 30 luglio 2016 è interamente dedicata alle isole italiane

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