sabato 21 gennaio 2012

Ma come sono sbadati i lettori forti!

Nel 2011 mancherebbero all'appello 723.000 lettori. Di quelli forti, da un libro al mese, di quelli che da soli sostengono gran parte del mercato librario italiano. Sono gli ultimi dati riportati dall'ISTAT. I dati sono relativi a interviste effettuate nel marzo 2011 e hanno come periodo di riferimento i 12 mesi precedenti.
I dati sono commentati da Giovanni Peresson dell'AIE nel Giornale della Libreria e ripresi su Repubblica di oggi nell'articolo di Simonetta Fiori La crisi dei lettori forti.
Veramente singolare l'analisi di Peresson: è vero che nel 2011 non ci sono stati grandi bestseller a fare da traino al mercato, è vero che il lettore deve essere riconquistato ogni volta, è vero che possono esserci stati slittamenti su consumi diversi dal libro come, ad esempio fonti informative sulla situazione politica e sociale, ma alla fine come non vedere un nesso fra i 700.000 lettori scomparsi e i 400.000 e-readers presenti sul mercato e i 500-600.000 lettori di e-book della fine del 2010?
Insomma, secondo Peresson, i lettori forti si sarebbero completamente convertiti al digitale e sarebbero stati sbadati al punto da non aver conteggiato fra le proprie letture gli e-book, falsando così i rilevamenti ISTAT. Francamente mi sembra più credibile siano stati rapiti in massa dagli alieni.
Per completare il quadro ricordo che a dicembre 2010 gli e-book presenti sul mercato italiano erano solo 6.950 con un valore di mercato pari allo 0,05 (dati AIE).
Anche se ha già due anni e i dati non sono più aggiornatissimi, credo che per capire qualcosa di più sugli italiani e la lettura non si possa prescindere da Giovanni Solimine, L'Italia che legge, Laterza 2010.

2 commenti:

  1. La crisi economica no? Cioè, se io avessi perso il lavoro e ne fossi alla ricerca d'un altro o se mi stessi barcamenando tra una selva di lavori iterinali, forse non avrei così tanta voglia di leggere... tanto più che i libri costano un patrimonio MA si disfano tra le mani... tanto più che le biblioteche strozzate da bilanci sempre più risicati da una parte e la legge Levi dall'altra propongono sempre meno...

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  2. Sono curiosa di leggere l'articolo di Peresson per intero sul Giornale della Libreria. Finora mi sono dovuta accontentare del resoconto su Repubblica e se il responsabile dell'ufficio studi dell'AIE fa valutazioni così ridicole, scontate e autoassolutorie non c'ê da stare allegri sullo stato della nostra editoria.

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