domenica 23 marzo 2014

Tutto va ben, madama la marchesa

Volevo scrivere un post sugli ultimi sconsolanti dati Nielsen sulla lettura: crollo sia della percentuale di lettori di libri (dal 49% al 43% in due anni) che di acquirenti (dal 44% al 37% sempre in due anni), li potete leggere qui, sul sito del Cepell, poi ho trovato in giro analisi molto interessanti e migliori di quelle che avrei potuto scrivere io.
Le riflessioni di Gino Roncaglia (le trovate sul suo profilo facebook) sulla granularità e frammentarietà dei contenuti multimediali che su social network e dispositivi mobili fanno concorrenza alla lettura "tradizionale" senza che, per il momento, si siano diffuse forme di "testualità digitale complessa" come gli enhanced book.
Quelle apocalittiche (e in ogni caso si tratterebbe di apocalisse annunciata da moltissimo tempo) di Loredana Lipperini sulla perdita della capacità di lettura e quelle di Luca Sofri sulla sempre maggiore  marginalità del libro nella nostra società.

Insomma consapevole di non aver nulla di particolarmente interessante da dire sulla questione sono uscita e sono andata a fare un giro in libreria dove mi sono imbattuta in questa meraviglia fresca fresca di stampa: Come diventare marchesa ed esserlo in tutte le occasioni della vita.
Ha ragione Dino Baldi: La passione degli italiani per la lettura è veramente inspiegabile

martedì 11 marzo 2014

Mondadori compra Anobii

Mondadori acquista il social network Anobii (qui il comunicato stampa della Mondadori)

Aprendo la home page oggi appare questo annuncio:
Siamo entusiasti di annunciare che Anobii entra a far parte del Gruppo Mondadori. La nostra missione è da sempre quella di dar vita a una comunità dove i lettori di tutto il mondo possano condividere, approfondire e alimentare la loro comune passione per la lettura e i libri. Con questo accordo abbiamo finalmente le risorse per portare avanti questa missione in modo ancora più incisivo. Presto vi racconteremo lo sviluppo del progetto e io sarò personalmente in Italia nei prossimi giorni per rispondere a tutte le domande e le curiosità. Se volete parlarne su Twitter, l’hashtag è naturalmente #anobii
Greg Sung - Founder of Anobii

Cosa abbia acquistato ed esattamente da chi non l'ho capito, mi sono persa nei passaggi precedenti che riassumo brevemente.
Fondato nel 2006, appunto da Greg Sung, nel 2010 viene rilevato dal gruppo HMV con HarperCollins, Penguin and Random House.
L'allora amministratore delegato del social network, Matteo Berlucchi, annuncia una serie di importanti cambiamenti: un incremento dell'aspetto social e una versione beta che prelude alla trasformazione di Anobii in canale di vendita (se ne parlava qui).
Non se ne fa nulla e all'inizio del 2013 dopo Anobii viene acquistata da Sainsbury alla simbolica cifra di una sterlina (leggi qui) e trasformata in una piattaforma di vendita nel Regno Unito, mentre il social network, abbandonato a se stesso, comincia a languire e presentare numerosi malfunzionamenti.
Lo scorso settembre gli anobiani possono leggere una mail che è un capolavoro di traduzione automatica e sgrammaticature varie nella quale vengono informati che Anobii non verrà sostituito da una nuova versione e che verrà migliorata ed implementata quella esistente.
Se questo è lo stato dell'arte più complesse sono le implicazioni. Ne dà un bel quadro Jumpinshark su Minima&Moralia che parla del ritardo con cui avviene questa operazione rispetto ad altre analoghe (Amazon ha acquistato Goodreads un anno fa) e del fatto che quello che si è comprato sono gli utenti italiani, anzi il ricordo degli utenti italiani nel momento di maggiore spinta verso l’alto (fine 2009-primi mesi del 2010), lettori forti che amano il libro di carta e non sono però troppo contrari al digitale (usano un sito di social networking per i libri). Lettori che fanno un sacco di lavoro per gli autori amati e danno un mare di informazioni su di sé.
E bisognerà ovviamente vedere cosa avrà intenzione di fare Mondadori di queste informazioni e di questi dati, se penserà ad una integrazione di Anobii con Kobo, analogamente a quanto avviene fra Kindle e Goodreads, e se questa avrà ancora senso.

Da leggere a questo proposito anche il commento di Gino Roncaglia, apparso sulla sua pagina fecebook, che, alla luce di questa acquisizione, si interroga sull'effetivo impatto del social reading e sui suoi possibili sviluppi.

Qualcuno si interroga anche sul futuro dello stesso social reading, che finora sembra riguardare solo una piccola minoranza di lettori forti, con un impatto sulle abitudini di lettura tutto sommato minore di quello ipotizzato qualche anno fa. C'è qualcosa che può far fare un salto di qualità al social reading?

Uno dei problemi, credo, è il modello molecolare di acquisto degli e-book (o meglio, delle loro licenze d'uso). Se e quando si passerà dall'acquisto dei singoli titoli all'abbonamento a collezioni (modello Spotify), il ruolo della piattaforma di fruizione sarà rafforzato. Alle piattaforme legate alla fruizione in streaming di collezioni di e-book, strumenti di community e di social reading serviranno in maniera molto più forte e diretta di quanto non accada con gli acquisti individuali scaricati sul proprio dispositivo di lettura. Il social reading ha senso se costituisce una componente del nostro ambiente di lettura, ne ha molto di meno se dipende da siti esterni - una lezione, del resto, che Amazon ha capito da tempo, facendo del Kindle un'estensione del sito e non solo un dispositivo su cui 'appoggiare' gli e-book.

Da questo punto di vista, continuare a lavorare sul social reading non è necessariamente una mossa sbagliata - a patto di proiettarlo verso il futuro e considerarlo come una componente di un ambiente di lettura nel quale gli stessi modelli di distribuzione e di accesso ai testi potrebbero cambiare radicalmente in un futuro non troppo lontano.